sabato 20 dicembre 2008

FONTI RINNOVABILI – QUALI PROSPETTIVE?


II puntata

Petrolio


Petrolio, petrolio, petrolio, perché ostinarsi a ritenerla fonte unica e primaria di produzione di materiale plastico e combustibili? Ove c’è petrolio, c’è guerra o la minaccia di tale; a parte sparute eccezioni, l’oro nero fa gola ed ogni scusa è buona per accaparrasi una fetta di giacimenti, compreso la cosiddetta guerra preventiva che ormai va così tanto di moda .
Più giusto sarebbe investire sui materiali ecologicamente compatibili e le fonti energetiche rinnovabili, ma non è soltanto questione di puro interesse economico e di risparmio energetico, ma un complesso gioco di equilibri di potere che basano le loro fondamenta nel commercio delle armi, dei diamanti, dell’uranio e degli stupefacenti .
Le grandi potenze mondiali hanno instaurato, con il consenso del sistema bancario, un mercato parallelo ricco di meccanismi di scambi morbosamente invischiato nell’illegalità più complessa che non permette sbocchi e investimenti nel nascente mercato delle fonti rinnovabili, della bio plastica e bio masse.
Ingiustificato è lo scarso investimento nella bio plastica, che è biodegradabile in quanto derivante da materie prime vegetali, rinnovabili annualmente. Il tempo di decomposizione è di qualche mese in compostaggio, contro i 1000 anni richiesti dalle materie plastiche sintetiche, derivate dal petrolio. Le plastiche bio sono composte principalmente da farina o amido di mais, grano o altri cereali. Oltre ad essere organiche, col vantaggio della biodegradabilità, hanno il pregio di non rendere sterile il terreno sul quale vengono depositate. La Bioplastica, dopo l’uso, consente di ricavare concime fertilizzante dai prodotti realizzati, come, per esempio, i biopiatti, i biobicchieri, le bioposate e di impiegarlo per l'agricoltura. Per non parlare della scarsa produzione e distribuzione, specialmente nel nostro paese, delle bio masse che sono facilmente ricavabili da vegetali come le alghe, dai materiali di scarto di processi industriali e dai rifiuti organici provenienti dai residui dei consumi domestici. Tra le altre possibilità, sembra prendere campo quella di utilizzare i noccioli di oliva, che solitamente finiscono nella pattumiera, per produrre biocarburante. Chiediamoci come mai la direzione politica globale incentiva lo sviluppo e la costruzione di centrali nucleari, a discapito delle fonti di energia rinnovabili, quando potremmo facilmente risolvere questo problema costruendo impianti per lo sfruttamento idrico, solare ed eolico. Purtroppo siamo ancora vittime di un sistema feudale che pretende il suo dazio ad ogni proposta e per ogni passaggio, che ci conduce verso tecnologie non inquinanti, rallentando enormemente il risultato di un sogno per una terra priva di rifiuti ed inquinamento, ove noi ed i nostri figli possiamo vivere in armonia con la natura.

Kareem Elkhweet

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