giovedì 30 ottobre 2008



FONTI RINNOVABILI – QUALI PROSPETTIVE?

I puntata

Petrolio e Biocarburanti

Petrolio, che dire, in passato mi sentivo ricco a pensare che le mie origini provengono da un paese (l’Arabia Saudita) che ne produce e ne ha prodotto tanto, ora sento un senso di fastidio a vedere la mia terra di origine ostinarsi nel gioco politico dei rincari e della compravendita dei barili. Mi infastidisco ancor di più a pagare un derivato dell’oro nero (la benzina) cosi tanto essendo costretto, causa l’inefficienza dei mezzi pubblici, a prendere la macchina per raggiungere un parco e poi ritrovarmi in mezzo a un mucchio di bottiglie e buste di plastica abbandonate che ne avviliscono la bellezza. Rimpiango i tempi in cui il vuoto a rendere era una ragione di vita per i senza tetto e le buste di carta davano un tono romantico alla spesa quotidiana. Inoltre è noto che i contenitori in plastica (derivato del petrolio) esposti a fonti di calore rilasciano particelle che contaminano il prodotto alimentare e che in tutti i depositi, troppo spesso, si trova una grande quantità di bottiglie esposte al sole ( prassi molto comune anche nei supermercati).
Ma torniamo alla diatriba della benzina e derivati del petrolio; ormai non esistono più scusanti, le automobili ed il riscaldamento possono essere alimentati da fonti rinnovabili. E’ recente la scoperta che i batteri possono trasformare a livello enzimatico gli scarti agricoli in combustibile. L'Università del Wisconsin, insieme al National Science Foundation, ha annunciato le scoperte che cambieranno il futuro dell'energia: lo zucchero e i carboidrati possono essere processati come il petrolio, producendo così carburante adatto alle automobili. Ultimamente 8 milioni di ettari, che in precedenza erano stati coltivati a mais, cereali vari e soia per realizzare prodotti alimentari e foraggio, sono stati convertiti alla produzione di biocarburanti.
Il 18% della produzione di cereali degli americani è stato usato per ricavarne benzina. Altrettanto è avvenuto anche in Brasile, Argentina, Canada ed Europa Orientale. Il buon senso direbbe che finalmente si fa un passo verso la risoluzione dei problemi del pianeta; ma dietro queste conversioni alla produzione di biocarburanti c’è di nuovo il solito mondo di speculazioni economiche e sfruttamento dell’ agricoltura che nei paesi in via di sviluppo fa rabbrividire! Il costo dei cereali, sul mercato internazionale, è stato modulato in modo da rendere il prezzo delle produzioni dei campesinos latinoamericani ribassato quanto basta per essere preda delle multinazionali che si affacciano sul nuovo mercato dei biocarburanti. (senza contare il disboscamento di zone forestali di ampio interesse ecologico che verranno convertite alla coltivazione dei medesimi).
Considerando il sovrasfruttamento umano e delle foreste pluviali ci chiediamo se un passo avanti per l’ecologia del pianeta debba necessariamente comportare l’ennesimo passo indietro nel rispetto dei diritti umani. Siamo stanchi di vedere costantemente gli stessi errori!!
Kareem Elkhweet

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